domenica 1 febbraio 2015

Umeshinju


Giappone, 2003
33 min.
Scritto e diretto da Yoshihiro Ito

 
Il pino, il bambù e il susino compongono il Kadomatsu, la tradizionale decorazione giapponese di capodanno, generalmente posta all'entrata delle abitazioni e nei luoghi di lavoro; le tre piante vengono chiamate I tre amici dell'inverno per la loro resistenza ai rigori invernali e sono portatrici di una ricca simbologia, longevità il primo, forza il secondo, prosperità per il terzo. Ma nell’universo Yoshihiro Ito le tre piante altro non sono che tre differenti opzioni di suicidio offerte fa un tuttofare dalle braccia rotte a una stanca ragazza priva degli arti superiori tra glaciali accenni di erotismo e sane dosi di scellerato umorismo.



Come in Wife's knife il cineasta nipponico presenta una singolare coppia di individui inadeguati, creature partorite da una mitologia da megalopoli delle quali non si comprende bene se siano pronte a innamorarsi e bilanciarsi nell’istante esatto in cui il mondo pare si appresta a finire o semplicemente concedono a loro stesse l’ultimo giorno di quella che più che la manifestazione di un’aspettativa pare la logica ripetitiva di un disturbo ossessivo-compulsivo. Chiuso in uno spazio fortemente indipendente Yoshihiro Ito porta avanti la sua visione cercando di sperimentare il cinema come un medium ancora vitale a volte tramite l’azzardo a volte tramite l’ambiguità dell’onirico; nelle ultime torri dai cinerei contorni si consuma un melò ballardiano dal pallido, albicante fascino.






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