Portogallo, 2008
95 min.
Scritto e diretto da Sandro Aguilar
Fotografia: Paulo Ares
Cast: Isabel Abreu, António Pedroso, Cátia Afonso, Tiago
Barbosa, Guilherme Pina Cabral, Nuno Bernardo, Manuel Mesquita
È un cinema che osserva da vicino, fino al bianco sporco
delle pupille, quello del portoghese Sandro
Aguilar; il regista portoghese racconta praticamente solo attraverso le
immagini la storia di tre persone che si trovano a dover affrontare il dolore
della perdita di una persona cara: un uomo,
Rui, assiste al lento spegnersi del padre, Luisa è alle prese con la morte del marito proprio mentre
partorisce e un'altra donna vede sparire il proprio marito senza più trovarlo.
Le tre vite sono ispezionate, analizzate nei loro piccoli
gesti quotidiani fino a far risaltare il vuoto, l’inconsistenza degli spazi
attorno ai loro movimenti. La macchina da presa di Aguilar con la sua mobilità lascia tutto in sospeso: le storie si
confondono con i loro flashback con un passaggio talmente lieve che sembra
quasi un fiorire spontaneo di momenti e alla fine non si è più sicuri se siano
gli oggetti a svuotarsi del loro valore o addirittura le persone stesse. Con la
morte il valore che circondava gli spazi si muta, è quasi consumato dai
personaggi stessi, così come si consumano le sigarette sparse in ogni scena – e
l’immagine in cui si vedono le cicche in piedi, ormai quasi del tutto bruciate,
è forse il riassunto di tutto il film.
Tratto da sentieriselvaggi.it
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