Portogallo, 2010
117 min.
Regia e sceneggiatura: João Botelho, da Il livro do
Desassossego di Fernando Pessoa.
Interpreti: Cláudio da Silva, Pedro Lamares, Ricardo Aibéo,
Alexandra Lencastre, Ana Moreira.
Il Libro
dell’Inquietudine non ha un principio, né una fine… è un viaggio nel sogno,
nell’immaginazione.
Io ho voluto mantenere tale stato di sospensione, di irrealtà del libro…
Non ho voluto essere illustrativo, fare di ogni frammento
scritto, un quadro.
Ciò che mi premeva soprattutto, era trasformare il testo in
materia visiva senza renderlo visivo!
Filme do Desassossego
è un film sul tempo e sulla sua distorsione, su un tempo non lineare… Pessoa ha voluto rendere il tempo una
sensazione interiore.
Questa concezione del tempo mi ha aiutato a strutturare
l’intero film: il tempo del sogno non è mai tempo di vita, e questo accade
anche nel film…
Dal punto di vista emotivo, quando ho letto il Libro dell’Inquietudine, mi trovavo
in un momento particolare della mia vita, molto delicato.
Confrontandomi con il male
di Pessoa, mi sono reso conto che il
mio dolore era, al suo confronto, insignificante!
L’individualismo estremo e disumano di Pessoa,
annullava-ridimensionava il mio infantile
male di vivere.
E con il Libro
dell’Inquietudine ho scoperto, forse per la prima volta, il significato di
pensiero libero, non controllabile.
Ho cercato di rendere la frammentazione, il vagare del
pensiero… la frammentazione del pensiero poteva produrre un testo non coerente.
Ma Pessoa è
riuscito dare consistenza, coerenza assoluta ai suoi appunti.
Aveva cominciato 15 anni prima della sua morte questa specie
di diario, e vi è ritornato alla fine della sua esistenza.
La lingua e il pensiero sono diventati materia.
Il libro è un’affermazione della scrittura come materia,
corpo.
Questo è ciò che mi ha attratto-ossessionato nel Libro
dell’inquietudine.
La dimensione originaria-materiale delle cose può essere
l’aspetto più interessante per il cinema.
Amo un cinema del disordine.
Amo destrutturare.
Il cinema dominante è un cinema lineare, che prende ordini.
Io porto avanti un’idea di cinema non determinista.
Nonostante la mia tensione verso un’astrazione assoluta, so
bene in partenza che il cinema non riuscirà mai ad essere astratto come l’arte
contemporanea…
Filme Do Desassossego
è anche un film musicale, la dimensione musicale è già nel testo di Pessoa. Lui ha il merito e l’eccellenza
di renderla visibile.
Pessoa, nonostante
sia uno scrittore intimista, ha dato una densità straordinaria alla musicalità
della lingua portoghese - apparentemente aspra, dotata di poche vocali - già
nel passato esaltata da altri uomini di cultura portoghesi nella grande
profondità concettuale e nell’estrema musicalità che contiene.
Il testo de Il libro
dell’inquietudine è come un libretto d’opera…
Ciò che è scritto ha un significato, ma ne guadagna un altro
quando si comincia a leggerlo ad alta voce.
Mescolo il fado moderno di Lula Pena, Caetano Veloso, 12 minuti di lirica…
… è una Lisbona
astratta, atemporale, quella che rappresento. Piani obliqui, dilatati, ombre…
rendono il vagare del pensiero e l’alienazione.
Fernando Pessoa ha
viaggiato di più di tutti noi, nonostante non si sia mai mosso da Lisbona… il suo viaggio è certamente sovraumano per portata e varchi aperti
nella percezione e nella presa di coscienza della nostra condizione…
Ho cercato di dare forma al pensiero, filmare il pensiero,
cosa difficilissima…
João Botelho
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