Polonia, 1969
9 min.
Regia e musica di Julian Antonisz
La storia del cinema d’animazione polacco vanta una
vertiginosa serie d’autori molto originali tra i quali Julian Antonisz (1941 - 1987) occupa una posizione del tutto
particolare: artista multimediale, scrittore, disegnatore, così come compositore
e inventore di tutta una serie di giocattoli cinetici, macchine ottiche e vari
dispositivi utilizzati nei suoi lavori e alla base delle idee che confluiranno
nel suo Manifesto del ’77 in cui
teorizza la tecnica della Non-camera
films. Si tratta di una tecnica che permette di elaborare le visioni di Antonisz intervenendo direttamente sulla
pellicola, garantendo una sana autenticità dell’opera, un forte impatto sullo
spettatore e, non ultimo, di ridurre tempi e costi tecnici.
W szponach seksu
(1969) ci presenta una donna alle prese con vari spasimanti allettati da un
annuncio su un giornale inviato dalla stessa ragazza che si troverà a dover scremare i vari pretendenti che bussano
alla sua porta nell’inimitabile stile del cineasta polacco fatto di umorismo
stralunato in un universo parallelo di assurda illogicità. Cinema pulsante, nevrotico,
inusuale o come scrisse il grande critico cinematografico polacco Marcin Giżycki nel ’75: Antonisz
ha imparato l’arte dell’inusuale [...] ha creato il suo mondo popolato da
personaggi traboccanti, da forme pulsanti, muovendosi tra denti veri, viti,
carcasse e altra spazzatura tecnica [.. .] Quella che vediamo non è affatto una
reminiscenza della pop art, ma la farsesca
distanza nei confronti di questa.
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