Portret mezcyzny z medalem
Polonia, 1959
12 min.
Scritto e diretto da Witold Leszczynski
Fotografia: Andrzej Kostenko e Mieczyslaw Matysz
Interpreti: Stanislaw Chybowski, Elzbieta Szymanowska, Adam
Pawlikowski
Un uomo viene svegliato da un bizzarro sogno in cui rischia
d’essere travolto da dei cavalli al galoppo da una lettera che uno sconosciuto infila
sotto la sua porta, questi lo sollecita a intraprendere un viaggio di cui al
protagonista non è dato conoscere né destinazione né motivo. Altro gioiellino
della scuola di Lódz – questo cortometraggio valse a Leszczynski il diploma di
operatore - enigmatico e surreale già porta in nuce quell’attenzione quasi
manicale alla plasticità del mezzo cinematografico e l’ossessione simbolica che
designeranno il suo cinema negli anni a venire.
Il fatto di essere nel mondo con le nostre percezioni, le
nostre sensazioni e le nostre conoscenze, non è ancora sufficiente per agire.
Perché possa darsi potere di azione, occorre che il possibile superi l’attuale.
Occorre che il mondo contenga dell’indeterminato, un tempo aperto in divenire,
ovvero un presente che racchiuda biforcazioni possibili e dunque possibilità di
scelta.
Maurizio Lazzarato
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