Dafnis Y Cloe
Spagna, 1969
18 min.
Scritto e diretto da Antoni Padrós
Cast: Toni Martínez, Rosa Morata
Dafni e Cloe i protagonisti del primo romanzo pastorale della storia
vengono scaraventati assieme ai loro genuini sentimenti in uno dei primi
cortometraggi del regista catalano che amalgama icone pop, politica,
simbolismo religioso e letteratura con il solito caustico umorismo…
Con Dafnis y Cloe iniziai a elaborare un approccio più
consapevole alle pratiche di messa in scena. Cambiai anche supporto passando
dall’8 al 16mm. Il 16mm rappresenta il mio primo contatto professionale con il
bianco e nero. Il bianco e nero ha sempre avuto il potere di rievocare in me il
freddo che pativo da bambino quando mi rifugiavo nelle sale cinematografiche di
Terrassa. I film che si proiettavano erano in bianco e nero. Ricordo
nitidamente La main du diable di Maurice Tourneur, ad esempio. Passare al 16mm
è stato sposare il bianco e nero, ossia recuperare, sebbene remotamente, la
dimensione di quel cinema che amavo allora. La scuola Aixelà mi metteva a
disposizione rulli di pellicola scaduta con la quale potevo sperimentare senza
eccessivi sperperi di denaro. Dafnis y Cloe è un film che amo molto. Fu il
tentativo di disintossicarmi da tutto quel sostrato culturale integralista e
bigotto che piaceva tanto ai franchisti. È un collage surrealista in cui si
parla di Cristo, Che Guevara, Marilyn Monroe, James Dean… Il cinema mi
permetteva di liberare le mie fantasie. Avevo la possibilità di forgiare una
realtà parallela, molto distante da quella che vivevo quotidianamente nella mia
grigia città di provincia. Tutto ciò che ci fa evadere dalla quotidianità, che
sia dipingere, scrivere o fare cinema, è un atto di ribellione verso quella stessa
società in cui non ci sentiamo integrati.
Antoni Padrós
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