Mrtvý les aka Dead forest
Repubblica ceca, 1990
39
min.
Regia: Pavel Marek
Fotografia: Roman
Včelák
Correva l’anno 1983 quando in un ospedale militare Pavel Marek aspirante regista fece la conoscenza di uno strano figuro in accappatoio rosa di nome Roman Včelák aspirante direttore della fotografia. Assieme diedero vita alla Bulšitfilm casa di produzione cinematografica che sino al 1993, anno della morte di Včelák per leucemia, produrrà tredici cortometraggi semi-amatoriali e fortemente intrisi d’estetica onirico-surrealista. Mrtvý les narra in maniera assolutamente non convenzionale le vicende di un raccoglitore di funghi e della sua vorace signora e lo fa utilizzando molti degli elementi di quello che a prescindere dal valore dei cortometraggi della Bulšitfilm rimane l’indiscusso ispiratore: Jan Švankmajer per il quale Marek lavorerà come attore in alcuni cortometraggi e nel Faust.
Non mi riferisco unicamente all’utilizzo della tecnica dello
stop-motion, quello in cui Marek risulta
maggiormente debitore nei confronti del maestro ceco può essere chiarito da una
frase dello stesso Švankmajer in cui questi
prova a chiarire l’onnipresente presenza del cibo e dell’atto di ingerirlo nei
suoi lavori: Mangiare assume una
dimensione fortemente erotica, ma può anche diventare un atto cannibalistico
attraverso cui tutta la misantropia accumulata viene espulsa. Si tratta in ogni
caso di un’attività ludica, e in quanto tale va oltre l’esigenza di riempire lo
stomaco. Marek utilizza la carnosità
dei funghi -altro omaggio al maestro?- per delineare il suo intossicante universo
dettato più da una ludica propensione al grottesco che alla tecnica di
scrittura automatica fortemente celebrata dal regista ma che troverà maggiore
spazio in altri cortometraggi della Bulšitfilm.
Mrtvý les cattura più per
l’ambientazione al limite del fiabesco e le divertenti soluzioni visive,
derivative certo, ma che comunque fanno di questo cortometraggio qualcosa in
più d’una semplice curiosità.
Nessun commento:
Posta un commento