martedì 9 dicembre 2014

The Insomniac City Cycles


Israele, 2009
68 min.
Scritto e diretto da Ran Slavin


Un uomo si sveglia in un garage deserto di Tel Aviv con una ferita d’arma da fuoco e mentre si sforza di ricordare gli accadimenti che lo hanno portato in quel luogo e in quelle condizioni una donna si sveglia in un hotel di Shanghai da un sogno identico in cui l’uomo ferito somiglia allo sconosciuto con il quale la donna intraprende una frammentata conversazione al telefono che porterà i due ad un fatale accordo.
Tel Aviv e Shanghai in una proiezione all’interno di una proiezione allucinata di un sogno, cicli esplorativi di un universo onirico percorsi dall'asse della memoria sul declivio che conduce dal reale al fantasmatico. Dalle possenti immagini satellitari del medio oriente all’inizio del film alle architetture urbane distorte il film di Slavin si scompone in un susseguirsi irreale di scenari in cui le forme si muovono sempre più in profondità in una sorta di assimilazione di antropico e urbano in un'unica ed enigmatica entità psicogeografica di situazionista memoria, dove per la deriva si doveva lasciare il piano stradale al margine inferiore della vista, o citando lo stesso regista: The Insomniac City Cycles è un’opera senza fine, uno spazio aperto che accoglie lo spettatore e lo lascia libero di volare tra inquadrature, effetti visivi e suoni per costruire il proprio viaggio onirico. È un film di fantascienza noir sperimentale.



I luoghi muoiono come gli uomini anche se sembrano sussistere.
Joubert






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