giovedì 26 febbraio 2015

Wir


Germania, 1982
98 min.
Regia di Vojtech Jasný

 
D-503 è parte - numero tra i numeri - di una società totalmente organizzata che pretende di spingersi sino alla rigorosa felicità matematica nonché progettista dell’Integrale elettrico di vetro, dal respiro di fuoco, l’astronave che porterà quest’ordinata civiltà su altri mondi, emancipandola dal pianeta Terra, sul quale essa rappresenta solo un’oasi circondata da una natura selvaggia ed inquietante dove i cubicoli trasparenti che ospitano i numeri abitanti lo Stato Unico sono separati da un altrove non sottomesso e non razionalizzato da un semplice Muro. Ma l’incontro e la seguente infatuazione per una donna la quale si rivelerà essere membro di un gruppo terroristico che si propone di far fallire la spedizione dell’Integrale e di distruggere lo Stato Unico, portano lo zelante matematico a un graduale travaglio. Il suo farsi uomo da numero che era, il destarsi dell’istintualità, dell’animalità lo conducono non solo ad un’aperta ribellione nei confronti del Benefattore, il tiranno dal volto paterno – e dalle fattezze palesemente staliniane -, ma soprattutto nei confronti della propria ragione, scoperta nella sua funzione ferocemente repressiva.

sabato 21 febbraio 2015

Ja tože choču


Russia, 2012
80 min.
Scritto e diretto da Aleksej Balabanov

 
C’è un campanile su un’isola in mezzo a un lago ghiacciato e chi ci entra può ottenere la felicità ed essere trasportato altrove; non a tutti è dato il privilegio, anche se tutti possono provarci. A seguito di una misteriosa tempesta elettromagnetica, il territorio circostante è altamente radioattivo e chi vi si addentra ne viene fatalmente contaminato. Fuori dal recinto è piena estate, dentro l’inverno atomico, e il territorio sommerso dalla neve è disseminato dei cadaveri di quelli che non ce l’hanno fatta. L’ambiente, nei film di Aleksej Balabanov, è sempre stato importante almeno quanto la storia e i personaggi. In questo ultimo film la storia è a dir poco scarna e i personaggi appena accennati, in bilico tra l’essere pura emanazione dell’ambiente e archetipi umani. A guidare l’avventurosa spedizione alla ricerca della felicità è il Criminale (Aleksandr Mosin), ‘uomo di azione’, antieroe positivo, impavido e donchisciottesco (una statuetta dell’hidalgo troneggia in casa sua). Il suo amico Matveev (Jurij Matveev) è ‘uomo di affetti’ (segue l’amico, porta con sé il vecchio padre). Il Musicista (Oleg Garkuša) è un ‘uomo di sensibilità’, con il dono della creazione artistica. Ai tre avventurieri si aggiungono altri due viaggiatori: il Ragazzo (Balabanov jr) simbolo della ‘forza della mente’ (ha il dono della preveggenza), e la Ragazza (Alisa Šitikova), incarnazione della ‘forza del corpo’ (corre nuda nella neve). Ma come sempre nel mondo di Balabanov l’umanità non è mai divisa in categorie morali, qualità e difetti coesistono come diverse gradazioni della stessa attitudine. Così per eccesso di azione si uccide, per difetto di amore si beve, la sensibilità dà amarezza, la forza della mente allontana dagli altri, la forza del corpo li fa avvicinare troppo. La felicità non è concessa a tutti, ma il fatto di perseguirla presuppone il desiderio di riscatto. Ciascuno ci arriva a modo suo, ciascuno deve trovare la propria strada: da sempre è questo il modo di vedere le cose di Balabanov. I suoi personaggi non sono mai spiegati in termini psicologici: sono esattamente quello che fanno. Ciascuno di loro arriverà alla meta o rinuncerà, coerentemente con la propria indole profonda. Gli unici a cui non sarà concessa la felicità sono quelli che hanno ucciso (fisicamente o metaforicamente) qualcun altro, negandogli la prova della felicità.

domenica 15 febbraio 2015

All the lines Flow out


Singapore, 2011
21 min.
Scritto e diretto da Charles Yi Yong Lim

 
Singapore e l’assillo dell’acqua, dove tra strade e grattacieli si sviluppa una rete di trentadue torrenti artificiali e settemila chilometri di canali, una complessa articolazione di Longkang - termine malese utilizzato per descrivere qualsivoglia manufatto per la conduzione idrica – attraverso la quale Yi Yong Lim simula un territorio carico di mistero filmandone gli astratti nodi. La sua prospettiva centrale passa in rassegna sistemi di drenaggio artificiale, opere idrauliche come canalizzazioni e fognature, inauditi luoghi di transito consacrati al riciclo totale delle acque di scarico, spazi d’eiezione della  tiepida oscurità monsonica che avviluppa l’iperreale isola la quale narcisisticamente si rispecchia sino ad attorcigliarsi sul tragitto dell’artefatto.

domenica 8 febbraio 2015

Sami


Croazia, 2001
81 min.
Scritto e diretto da Lukas Nola


Sami si svolge in un tempo indefinibile, in un mondo privo di luce e suoni, immerso in un costante rumore vuoto che i protagonisti riempiono con suoni naturali registrati su nastro di un tempo che, senza alcuna allusione o delucidazione, non gli appartiene più. In questo mondo irrintracciabile un uomo, del quale sapremo solo che ha perduto la sua famiglia al volante di una macchina investe un bambino uccidendolo, sconvolto, ma freddamente lucido, occulta il cadavere con della carta e lo getta in un fiume; da quel momento, complice l’ingresso nella sua vita di una donna misteriosa, nuove e vecchie ossessioni si sommeranno.

domenica 1 febbraio 2015

Umeshinju


Giappone, 2003
33 min.
Scritto e diretto da Yoshihiro Ito

 
Il pino, il bambù e il susino compongono il Kadomatsu, la tradizionale decorazione giapponese di capodanno, generalmente posta all'entrata delle abitazioni e nei luoghi di lavoro; le tre piante vengono chiamate I tre amici dell'inverno per la loro resistenza ai rigori invernali e sono portatrici di una ricca simbologia, longevità il primo, forza il secondo, prosperità per il terzo. Ma nell’universo Yoshihiro Ito le tre piante altro non sono che tre differenti opzioni di suicidio offerte fa un tuttofare dalle braccia rotte a una stanca ragazza priva degli arti superiori tra glaciali accenni di erotismo e sane dosi di scellerato umorismo.