giovedì 23 aprile 2015

O Slavnosti A Hostech


Cecoslovacchia, 1966
68 min.
Scritto e diretto da Jan Nemec

 
Un gruppo di amici partecipa a un pic-nic nel bel mezzo di una natura rigogliosa, in un'atmosfera di buonumore e rilassatezza, ma l'arrivo di uno stravagante individuo e dei suoi compagni rompe questo clima sereno e gioioso. Questi prende a braccetto uno dei partecipanti, e lo porta lontano seguito dagli altri membri della compagnia, tutto accade all'improvviso e inopinatamente, nessuno oppone resistenza tranne questi che incredulo dell’arrendevolezza dei suoi amici chiede spiegazioni agli sconosciuti dai quali non otterrà altro che tutta una serie di risposte paradossali che porteranno alla conclusione che tutto quanto era solo una farsa ideata da Rudolf, il figlio adottivo del padrone di casa, per divertirsi assieme ai suoi amici. Il padrone di casa, o meglio l’anfitrione, sopraggiunto nel frattempo, scusandosi del comportamento del ragazzo invita tutti a una tavolata nella sua tenuta come se nulla fosse accaduto e solamente uno del gruppo trova da ridire (il moralista interpretato da Evald Schorm altro grande regista della Nová Vlna) sulla grossolanità dello scherzo e sull’atteggiamento della compagnia, che è disposta ad accettare tutto in silenzio e a lasciarsi intimidire e di conseguenza decide di abbandonare il banchetto in segno di disapprovazione. La compagnia allora si mette alla sua ricerca; la caccia è aperta…

giovedì 16 aprile 2015

Esta pared no es medianera


Perù, 1952
10 min.
Scritto e diretto da Fernando de Szyszlo

 
Tornato in patria nel 1951 dopo un lungo soggiorno in Europa dove, come la maggior parte di artisti dell’epoca ha acquisito interesse per le potenzialità del nuovo mezzo cinematografico, Fernando de Szyszlo filma assieme alla moglie, la poetessa Blanca Varela e un manipolo di amici tra cui Ricardo Sarria, Fernando Román, Amanda Reáteguilo e lo scultore Jorge Piqueras, questo cortometraggio tardo avanguardistico, una breve antologia di immagini fortemente debitrici dei ritmi e delle atmosfere surrealiste in particolare di Un Chien Andalou e L'Age d’or alla cui visione il pittore peruviano era stato introdotto a Parigi da André Breton.

domenica 12 aprile 2015

Ditirambo vela por nosotros


Spagna, 1966
26 min.
Scritto e diretto da Gonzalo Suárez


Era il 1966 quando in Spagna apparve un singolare romanzo dal titolo Rocabruno bate a Ditirambo scritto da uno sconosciuto autore di nome Gonzalo Suárez; la storia ruotava attorno a una misteriosa contesa tra un scrittore, Rocabruno, e un ex giornalista investigativo poi investigatore privato di nome Ditirambo, stravagante personaggio che non sorride mai e dice sempre la verità, un eroe atipico con l'impassibilità di un Buster Keaton, vero e proprio alter ego dell’autore. Nello stesso anno Suárez porterà su pellicola il suo personaggio dirigendo Ditirambo  vela  por  nosotros, un  cortometraggio girato in 16 mm, finanziato dalla sua stessa famiglia e interpretato dall'autore-regista, il cui scopo era  quello  di  lasciarsi alle spalle la tradizione cinematografica e dare il via a  un  vero e proprio cinema  indipendente spagnolo.

martedì 7 aprile 2015

A Clerk in Charge


Giappone, 2004
7 min.
Scritto e diretto da Atsushi Wada

 
Un impiegato ha le sue mansioni. Un impiegato svolge il proprio lavoro. Questo è quello che un impiegato deve fare. Sono le tre semplici e coincise asserzioni utilizzate da Atsushi Wada sul suo sito per presentarci questo lavoro del 2004, a detta di alcuni opera della raggiunta maturità dell’animatore giapponese. A Clerk in Charge non si discosta particolarmente dai temi onnipresenti nel lavoro di Wada ovvero lo sgomento della conformità e della coercizione comunque esorcizzati da un bizzarro senso dell'umorismo che investe l’assurdità del banale che allo stesso tempo riesce a creare una certa tensione sospesa e irrisolvibile. La struttura minimalista dell’animazione del regista giapponese in parte vela la ricca stratificazione di significati e trova la sua piena realizzazione nel diligente gioco di ripetizioni e variazioni; l’attenzione manicale per il suono ne fa una sorta di sinfonia fordista scandita da un insieme di operazioni segnaletiche in cui alienarsi e ri-vedersi come figure prive di qualsiasi esperienza etica possibile alle quali altro non resta che riparatori compiti da realizzare.

mercoledì 1 aprile 2015

Klassenverhältnisse


Germania, 1984
126 min.
Scritto e diretto da Jean-Marie Straub, Danièle Huillet

 
[…] Il titolo del film dovrebbe far capire molte cose. Rapporti di classe: l'America è esclusa dal titolo come dal film, a parte l'iniziale inquadratura della statua della Libertà e il carrello finale sul fiume Missouri. Il finale è l'unica libertà che Straub-Huillet si concedono nei confronti del testo. Le lunghe pratiche per l'assunzione di Karl nel Teatro di Oklahoma sono condensate in una rapida sequenza in cui Karl parla con due impiegati. La suggestiva descrizione del viaggio in treno è «riassunta» nell'immagine del fiume, che diventa (sorta di sineddoche geografica) una parte per il tutto, un «segno» del pianeta America. «...e soltanto ora Karl si rese conto di quanto sia grande l'America». Rapporti di classe, dunque. Prima di essere uno scrittore, Franz Kafka era un impiegato. Straub-Huillet seguono una parte della critica kafkiana (Lukàcs, soprattutto Günther Anders) vedendo in America una lucida rappresentazione dei rapporti di classe nella società moderna, rapporti che sono ingiusti proprio in quanto incomprensibili da parte degli sfruttati.