venerdì 24 ottobre 2014

Bubeník Červeného Kríža

  

Slovacchia, 1977
13 min.
Regia di Juraj Jakubisko

 
L’imperdonabile e dissacrante utilizzo dell’effige di Stalin come oggetto dell’invocazione da parte delle fanatiche suore sanguinarie in Dovidenia v pekle priatelia (1970) costò a Jakubisko l’immediata espulsione dagli Studi Cinematografici di Bratislava e dieci anni di oblio che terminarono solo nel 1980 con Postav dom, zasad strom, film incolore su soggetto non suo, girato sotto stretta sorveglianza da parte del regime. Bubeník Červeného Kríža fu una parentesi all’interno di tale periodo, si tratta di un breve documentario a scopo divulgativo sul tema dei bambini che crescono senza l’amore genitoriale che il Ministero della Salute commissionò al regista slovacco.
Ma nemmeno l’implacabile stretta istituzionale portò Jakubisko a rinunciare al suo sperimentalismo formale e al bisogno di rivendicare il suo irriverente spirito cinematografico tanto che il cortometraggio divenne un vero e proprio evento nei circoli cinematografici cecoslovacchi, salutato come il ritorno del regista che più d’ogni altro era riuscito a condensare su pellicola lo smarrimento, l’inquietudine e il caos di una realtà indecifrabile in cui si era franato un intero sistema ideale e politico lasciando dietro di esso solo cieca repressione.



Il film più breve che abbia girato, sui bambini che hanno perso i genitori. Mi è valso una medaglia della croce di San Giovanni, che comporta molti vantaggi: il più grande è che quando vado a donare il sangue non devo fare la fila.
Juraj Jakubisko





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