martedì 14 ottobre 2014

La ruta de Don Quijote


Spagna, 1934
19 min.
Regia di Ramón Biadiú

 
Il 12 ottobre del 1937 nell’angusta sala al primo piano degli Champs-Élysées sede de Le cercle du cinéma, cineclub fondato da Henri Langlois e da Georges Franju, Luis Buñuel introdusse personalmente la visione di Un chien andalou in una rassegna in suo onore. Oltre alla proiezione dell’imprescindibile esordio del regista aragonese l’eterodosso programma della giornata comprendeva altri lavori provenienti dalla terra iberica tra i quali spiccava La ruta de Don Quijote del catalano Ramón Biadiú, documentario girato tre anni prima e ispirato agli itinerari di Don Chisciotte e Sancho Panza.


 
Il film si presenta  sin dal titolo come Una visione documentaria de l’itinerario di Don Chisciotte quasi a riassumerne l'approccio senza dare adito ad alcun fraintendimento: l’unica concessione letterale al romanzo viene affidata alle didascalie, la visione di Biadiú è parziale, non ha alcun intento di penetrazione dell’opera nella sua interezza; documento limitato alla specificità di genere: la semplice registrazione di un percorso, non tergiversa sulle gesta del nobile cavaliere e del suo fedele scudiero, ma dà una concreta rivisitazione dei luoghi del loro passaggio, perlomeno nei 19 minuti giunti sino a noi rispetto ai 32 originari. Ma questo impegno per il tangibile ostentato dal regista non sospende il potere evocativo del cinema, valga per tutte la sequenza dove le allucinate visioni di Don Chisciotte più che da una rarefazione delle immagini vengono evidenziate dai differenti contesti musicali che si alternano in un’operazione semplice ma di efficacia buneliana, quella lucidità che il grande maestro aragonese aveva in parte soffocato  nei suoi esordi surrealisti e che troverà vera espressione solo dopo il suo passaggio in Messico.





Nessun commento:

Posta un commento