martedì 13 gennaio 2015

Voyage d’une main


Francia, 1984
23 min.
Regia di Raoul Ruiz


Voyage d’une main è probabilmente nella sterminata produzione di Raoul Ruiz l’opera dove con maggiore efficacia la caustica ironia delle maschere ruiziane si combina con l’ampollosa messa in scena – anche se per il regista cileno vale la pena ricordarlo: il barocco è una forma di economia e non di dispendio – in cui spicca il tocco falsamente tridimensionale del trompe-l'œil con cui Ruiz intesse un’altra delle sue disorientanti visioni. Ho scelto un passo di Jan Potocki in cui egli incontra una sorta di popolazione utopica del Caucaso. Mi interessava l’idea di un personaggio che parte per un viaggio a dodici anni con un oggetto-feticcio, una statua, d’arte africana, che diventa alla fine una pallottola con cui si uccide.


 
Non sono interessato alla questione dell’esotismo, perché il cinema è essenzialmente esotico, inevitabilmente esotico… è un sistema di alterazione delle frontiere, dei confini…
Raoul Ruiz





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