Francia, 1967
74 min.
Scritto e diretto da Walerian Borowczyk
Signore e signori benvenuti nel teatro del signor e della signora Kabal;
circondati da un paesaggio spoglio e da una fauna grottesca e inverosimile i
coniugi Kabal già si mostrano difettosi, meccanici nella legnosità della loro
apparenza fisica; piccolo e corposo lui, torva e allampanata la signora Kabal che dopo aver scelto ella stessa
le fattezze del suo volto, dà il via al teatro non prima d’un breve scambio di
battute con il regista stesso. Siamo sorpresi di constatare che qui, nonostante
le apparenze disorientanti e bizzarre, il signor e la signora Kabal ci sono vicini nella perpetuazione
di una sgangherata dicotomia vittima/carnefice, cosa che stranamente non limita
o ridimensiona in alcun modo la parte onirica e immaginaria del lungometraggio.
Per Borowczyk il vero inferno è sempre l’istituzione, covo dei peggiori
sentimenti e Le Théâtre de Monsieur &
Madame Kabal lo afferma radicalmente. La signora Kabal, vero e proprio carro d’assalto sperimentale, fa della sua
autonomia una forza guerriera implacabile; il signor Kabal, sinistra ma simpatica vittima del matriarcato imperversante,
si presenta come un evaso perpetuo all’interno di un perimetro concentrazionario,
da cui l'uomo tenta di evadere attraverso l'unica maniera che gli è possibile:
scrutando il mondo lontano con un cannocchiale; ovvero attraverso la visione e
il sogno.
Non c’è nessuna storia da
raccontare, solo una serie di brandelli di episodi e di raffigurazioni di simboli della vita come è scritto nei
titoli di testa; per il cineasta polacco nessuna liberazione è possibile:
l’assurdo della realtà va vissuto sino in fondo, sino a calarsi nelle tenebre
del corpo. L’inopportuno, anche se volutamente proposto come quotidiano,
resterà dall’inizio alla fine imprevedibile, e sarà questo che, fatalmente,
sarà all’origine del suo fascino. Borowczyk
sorveglia costantemente i suoi elementi grafici e sonori in modo, innanzitutto,
da limitare i loro eventuali sconfinamenti. E questo ritegno, lontano da
portare a una pericolosa povertà, sfocia in una potenza davvero magica,
sfiancante, essendo ogni cosa come sospesa nell’aria, ma in un’altra atmosfera.
E quello che vediamo è appunto un teatro della crudeltà di sarcastica e
disperata malinconia, degno erede di Jarry,
Beckett e Witkiewicz.
Citazioni tratte da articoli di Patrice
Lecomte e di Federico Rossin
Come credo sia cosa comune, la mia conoscenza di Walerian Borowczyk è limitata a "La bête". Il che è decisamente un peccato visto che esistono chicche come questa che varrebbe davvero la pena recuperare....
RispondiEliminaAssolutamente, il Borowczyk degli anni '60 è, a mio modesto avviso, quello che merita maggiormente... l'uscita finalmente in DVD de Le Théâtre de Monsieur & Madame Kabal è sicuramente un'occasione da non perdere!
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